Tesoro, non mi sono ancora arrivate le mie cose
Avete mai sentito quella storia che sul punto di morte ti passa tutta
la vita davanti agli occhi? Orbene, quello non e’ l’unico momento in
cui succede. L’altro giorno la mia ragazza mi ha detto: “Tesoro, non
mi sono ancora arrivate le mie cose” E vi assicuro che in quel momento
tutto, ma proprio tutto, passato, presente e futuro mi sono passati
davanti agli occhi. Mi sono visto in una station wagon con quattro
marmocchi, mentre si andava tutti insieme all’iperstanda.
Si, lo so che queste sono cose che succedono, ma dico proprio a me? A
me, che quando qualcuno mi diceva scherzosamente: “Haha, ti sposerai
perche’ sarai costretto” io esclamavo indignato: “Stronzo, come e’
possibile, con tutte le cose che ci sono oggi per evitare che accada?”
Senza andare troppo lontano, facciamo marcia indietro. E’ il mio
metodo di marcia. Un fatto, un controllo, massima concentrazione.
Ebbene, accadde circa due settimane fa. Stavo andando alla grande con
la mia marcia efficace e sicura, recitando la tabella del diciassette:
diciassette per uno diciassette, diciassette per due trentaquattro…
Sempre meglio che avere l’eiaculazione precoce. Ho una tecnica
infallibile per questo: se mi accorgo di andare troppo in fretta
penso: “La Hack, la Hack!” e mi rilasso. Se vedo che la cosa invece si
rilassa troppo, mi ripeto: “La Schiffer, la Schiffer”. Cazzo, se
funziona! Bene, come dicevo, stavo andando con la mia solita marcia,
diciassette per uno diciassette, diciassette per due trentaquattro…
quando, nel momento topico, lei dette improvvisamente due colpi di
tosse. Agitandosi, mi fece perdere il ritmo. D’accordo, io controllo,
pero’ cosa ci posso fare se lei si mette a improvvisare? Bah, in ogni
caso deve trattarsi di un semplice ritardo. Al massimo, mi sara’
scappato uno spermatozoo, forse due. Sarebbe davvero un miracolo se
avessero trovato la strada, in tutto quel buio che ci deve essere li’
dentro. Ma resta il fatto che quando lei ti confessa: “Non mi sono
ancora arrivate” ti turbi e rincoglionisci. Rincoglionisci tanto che
dici solo castronerie: “Magari ti sono arrivate e non te ne sei
accorta!” “Magari ti sei rimbecillito e non te ne sei accorto!” In
queste situazioni dimostriamo che noi uomini non abbiamo idea del
mondo femminile. Noi tendiamo a confondere il metodo Ogino con
l’indice Nikkei. “Cara, sei sicura di avere contato bene i giorni?
Guarda che questo e’ un anno bisestile” “Si, in febbraio, peccato che
siamo in ottobre” “Bah, magari stai trascinando l’errore da allora” “A
te si’ che ti si stanno trascinando i coglioni, e non te ne accorgi!”
“Ehi! Come sei nervosa! Si vede che ti staranno arrivando…” Invece
niente. E intanto la tua vita cambia. Per strada chissa’ perche’ vedi
solo donne in cinta. Cose che ti cambiano persino l’umore. Sei
talmente nervoso che non riesci neanche a lavorare. La chiami ogni
cinque minuti: “E allora? E allora?” “Niente! E smettila di chiamarmi
in continuazione, mi rendi nervosa” Cosi’ ti rassegni per un po’ e
decidi di connetterti a internet per cercare informazioni. “Vediamo un
po’… ciclo.com” E ti si apre il sito della Congregazione della
Vergine del Sacro Ciclo Liturgico, con una prefazione di Sergio
Romano. “No, no, cerchiamo un’altra cosa… ecco: ritardo.it” E ti
ritrovi chissa’ come sul sito dell’Alitalia. “Cazzo, ancora peggio”
pensi, ti incazzi e spegni il picci’. In internet non si naviga, si
naufraga, perche’ non trovi mai niente di quello che cerchi.
Allora la torni a chiamare: “Allora?” “Nooo, niente, e smettila,
cretino!” Ad un certo punto, un lampo di genio: scendi all’edicola e
compri l’ultimo numero della rivista Ragazza Oggi, dove hai visto un
articolo che si chiama: Il ciclo, il tuo migliore amico. “Ecco,
finalmente qualcosa di scientifico” e leggi: “Lo stress e il
nervosismo possono ritardare il ciclo” Allora ti dici: “Bene! Adesso
la tranquillizzo” La richiami di nuovo, e lei: “Pronto?” E tu:
“Ommmmm” “Ma chi e’?” “Ti senti le palpebre pesanti, vero?” “Ma che,
ti sei rincoglionito?” “Ommmmmm… immagina una prateria verde, con i
passerotti… pio pio pio…” Beh, il resto meglio non raccontarlo.
Ma come le puo’ arrivare questo benedetto ciclo se non collabora?
Fatto sta che non sai piu’ cosa fare. Quando poi arriva a casa e
suona, prima di aprirle le dici al citofono: “Tesoro, sei tu? E
allora? Eh, tesoro, allora?” “Stronzo, mi vuoi aprire o no?”
Poi entra in casa con uno strano aggeggio in mano, il Predictor, e ti
dice tutta eccitata: “Adesso controlliamo se esce il cerchietto” Che
poi, perche’ il Predictor si chiama Predictor? Non predice un cazzo!
Quando esce il cerchietto lei e’ gia’ bell’in cinta! Se fosse
veramente un Predictor, mi avrebbe dovuto avvisare prima. Io credo che
invece di Predictor si dovrebbe chiamare Terminator.
E poi com’e’ lento! In quei lunghissimi dieci minuti, ti ricordi di
tutti i cerchietti che hanno marcato la tua vita: gli zeri in
matematica, le polpette della caserma, il Circolo dei Lettori, il
preservativo che non ti sei messo… Arriva il momento che sei cosi’
nervoso che non lo vuoi neppure piu’ vedere, quel maledetto
cerchietto, e te ne vai in salotto per cercare di rilassarti
“Diciassette per uno diciassette, diciassette per due trentaquattro…
Ommmmmm… pio pio pio… la Hack, la Hack…”
E poi il tanto temuto verdetto: il cerchietto non s’e’ visto, per
stavolta. E allora, ti lasci trasportare dall’allegria del momento e
chiedi alla tua compagna di festeggiare con una bella scopata. Pero’
dopo questo spavento lo facciamo col preservativo! Perche’ secondo il
prospetto, il preservativo e’ molto sicuro, grazie al suo 97% di
affidabilita’. Cosi’ non c’e’ problema: quando si arriva alla
novantasettesima scopata me lo cambio, e via.