La nuova peste nera di Daniel Capurro
Voglio dirvi la verità: io ho veramente paura.
Oggi, e ormai da mesi, per tutto il mondo si aggira, strisciante, silenziosa, infida, un’insidia che, se dovesse attecchire, avrebbe conseguenze potenzialmente devastanti per la nostra vita ed il nostro futuro.
Ma non sto parlando del terribile AH1N1, il virus della nuova influenza.
Sto parlando di quello che ci stanno facendo credere su di esso.
Da mesi ormai sui giornali, in televisione, su internet non passa giorno senza che il clima di paura riguardo a questa nuova presunta epidemia si faccia sempre più opprimente: notizie di diffusione dell’infezione, di vaccini quasi pronti ma mai disponibili, di stime allarmanti si susseguono e si accavallano, facendo crescere l’ansia fra la gente.
Peccato che tutto ciò non sia altro che un’abile inganno, costruito con un’astuzia che sarebbe ammirevole se non fosse agghiacciante.
Quello che i mass media stanno creando ad arte non è allarme, ma allarmismo.
La pericolosità dell’influenza AH1N1 è stata enfatizzata, gonfiata scaltramente, al solo scopo di terrorizzare la gente. Eppure, volendo cercare, i dati sono disponibili a tutti: il virus attuale ha un tasso di mortalità dello 0.4%, e cioè un terzo di una normalissima influenza invernale! E oltretutto è un virus vecchio, essendo in giro praticamente identico da oltre cent’anni (il primo caso venne riscontrato in Piemonte a fine ‘800), e quindi tutti in qualche modo siamo stati esposti ed esso e abbiamo sviluppato anticorpi adatti. In più, la malattia oggi è ancor meno aggressiva di un tempo, e quindi meno dannosa.
L’unico “pericolo” risulta essere che quest’influenza è un po’ più facile da prendere, tutto qui.
Eppure i giornali, la TV, persino l’OMS (Organizzazione mondiale per la Sanità) si ostinano a dipingerla come la nuova Spagnola, la nuova Asiatica, la nuova Peste Nera.
Già a partire dal nome: per aumentare l’effetto di questa campagna del terrore, questo ceppo virale è stato chiamato “influenza suina”, allo scopo di far scattare nella nostra testa un’immediata e inevitabile associazione con un’altra epidemia: la temutissima, terrificante, devastante influenza aviaria, che a partire dal 1997 causò milioni di morti. Fra i polli, però.
Sì, perché i casi di infezione umana di quella spaventosa pandemia, che l’OMS aveva pronosticato sarebbero stati milioni, alla fine furono 369. Frutto della prevenzione effettuata, sicuramente (…o forse no?); ma in quell’occasione furono venduti 38 milioni di dosi di vaccino, che costarono alla gente oltre 5 milioni di Euro, a fronte di un reale rischio di infezione pressoché nullo: tanto per dire, nelle zone più colpite dall’aviaria vivevano circa due miliardi di persone, in condizioni igienico-sanitarie a volte disperate, e i casi furono poche centinaia. In compenso gli allevatori di pollame di tutto il mondo furono costretti ad abbattere un numero spaventoso di capi praticamente per nulla, privandosi della propria fonte di sostentamento e dando un forte scossone alle economie locali e, di riflesso, a quella globale.
Altrettanto fu fatto in occasione dell’esplosione della bomba “mucca pazza” (casi accertati: 139), e un uguale clima di terrore fu instaurato per la Sars (890 vittime in tutto il mondo).
E ora ci stanno riprovando: le autorità consigliano di prendere maggiori precauzioni igieniche (leggi: lavarsi le mani con acqua e sapone prima di mangiare… ma voi non lo fate già, sudicioni?), di evitare luoghi chiusi ed affollati (ma al cinema se non sto bene già non ci andrei comunque!), di limitare i contatti interpersonali (ma stiamo scherzando?! Non posso baciare mia moglie o stringere la mano ad un amico per paura di prendere l’influenza?!)… addirittura si comincia a parlare di schedatura dei malati, quale che sia la patologia accertata o presunta…
Purtroppo abbiamo consentito a chi comanda di “educarci” in un modo malato e assurdo: quello che la TV dice è vero e sacrosanto, e poco importa se metà di quanto viene detto sono baggianate incomplete ed inesatte e l’altra metà son balle pure e semplici!
È questo che mi spaventa davvero: la facilità con cui abbocchiamo a questa distorsione della verità attuata solo per creare uno scoop in un periodo di magra, per aumentare il controllo sulla popolazione, o per consentire a qualcuno di far più soldi di quanto già abbia.
Ma gliel’abbiamo permesso noi, e forse ce lo meritiamo.